
Siamo i borsisti e le borsiste dell’Edisu Piemonte (Ente regionale per il diritto allo studio universitario). Abbiamo deciso di scrivere questa lettera per portare all’attenzione del presidente, del Consiglio e della giunta - qualora non ne fossero già a conoscenza – le attuali vicende del diritto allo studio universitario a livello regionale e nazionale. Scopo di queste righe è anche quello di chiedere alle istituzioni di prendere posizione a favore dei diritti degli studenti.
L’Edisu Piemonte ha rappresentato negli ultimi anni un’eccellenza a livello nazionale garantendo, tramite un’attenta ed efficiente gestione, una serie di servizi ed aiuti economici ad una parte di studenti che hanno scelto la nostra regione per proseguire gli studi. In particolare per l’anno 2009/2010 ha erogato più di 10mila borse di studio confermando, come avviene da anni, la copertura del 100% delle richieste da parte degli idonei. Per l’anno 2009/2010 l’Edisu ha garantito l’erogazione delle 10mila borse di studio e la messa a disposizione di circa 2mila posti letto grazie a 12 milioni di euro di finanziamento nazionale sommati ai 17 milioni di euro di origine regionale, oltre alla tassa pagata da tutti gli studenti al momento dell’iscrizione. Già nell’anno 2010 l’Edisu ha subito dei tagli da parte della Regione passando da 25 a 17 milioni di euro, mancanza a cui ha sopperito l’Ente utilizzando per intero un proprio avanzo di bilancio. Per l’anno 2011 la situazione si fa drammatica.
Dal versante regionale la giunta Cota, dopo un’iniziale intenzione di tagliare drasticamente il fondo regionale ha promesso, anche a fronte della mobilitazione degli studenti borsisti e delle preoccupazioni avanzate dall’Edisu stesso, di trovare le risorse necessarie a garantire l’erogazione del 100% delle borse di studio attigendo ad un fondo indistinto di circa 300 milioni di euro. Ad oggi a questa promessa non è seguita alcune azione concreta e dal lavoro delle commissioni competenti la voce riservata all’Edisu si attesta ai 18 milioni di euro, cifra non sufficiente. Accanto al tema del finanziamento il presidente della Regione Cota ha avanzato l’ipotesi di destinare le risorse a disposizione ai soli studenti piemontesi e chiesto alle altre Regioni di coprire con propri fondi i loro studenti trasferitisi in Piemonte. Il riferimento esplicito ha chiamato in causa il modello utilizzato nel sistema sanitario nazionale; da parte nostra riteniamo inopportuno tale paragone per la semplice ragione che gli studenti non sono dei «costi» da sostenere come per esempio le cure mediche. Scriviamo ai rappresentanti delle istituzioni perchè investiti dalla responsabilità pubblica di rappresentare il territorio, il quale verrebbe sicuramente danneggiato dalle attuali scelte nazionali e regionali. Da un lato molti giovani residenti in provincia sarebbero privati della possibilità di proseguire gli studi; d’altra parte le istituzioni vedrebbero sconfessate le scelte prodotte in questi anni: politiche di investimento sul tema della formazione innervata nel territorio attraverso la creazione di sedi decentrate, residenze universitarie ed altri servizi connessi. Per queste ragioni chiediamo di agire nei confronti del Governo nazionale e regionale affinchè il diritto allo studio venga salvaguardato; di rendere nota e chiara posizione a riguardo e di inserirla nel dibattito politico; di autorizzarci ad informare e coinvolgere i rapresentanti del territorio in nostre iniziative future.
Andrea AIMAR, Simone BAGLIVO
BORSISTI DELL’EDISU PIEMONTE
La Stampa, 7 novembre 2010
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