ORDINE DEL GIORNO - "Cities fit for cycling"
Permettetemi una considerazione iniziale che parte da un dato ormai indiscusso cioè che l'uso della bicicletta in città è sinonimo di aumento della qualità della vita. Tuttavia rimane ancora il mezzo di trasporto più vulnerabile, giungendo a volte al paradossale teorema per cui il mezzo che inquina meno, più comodo, economico e veloce, che rende la città un luogo meno inquinato, più vivibile, sicuro e a misura d'uomo, è il mezzo di trasporto più soggetto a rischi. Ricordo di aver letto alcuni mesi orsono sulle pagine del Corriere della Sera che il rischio di mortalità, calcolando come valore medio 1, per le biciclette è di 2,18 il più alto in assoluto. Per le autovetture il tasso di mortalità è pari a 0,78, per i camion a 0,67, per i pulman a 0,48, per i ciclomotori a 1,06 e per le motociclette a 1,96. Gli ultimissimi dati sembrano indicare un piccolo ma non sufficiente miglioramento.
Questo Ordine del Giorno prende spunto dalla campagna "Cities fit for cycling" lanciata del quotidiano britannico Times, per contrastare l'elevato numero di incidenti nelle città che coinvolge soprattutto i ciclisti. Il noto quotidiano di Londra, nel febbraio scorso, dopo un grave incidente subito da una sua giornalista, aveva lanciato questa iniziativa, chiedendo al governo inglese una serie di azioni da porre immediatamente in campo per tentare di fermare una strage che ha contato, in 10 anni, ben 1.275 ciclisti uccisi. Questo dato aveva scosso notevolmente l’opinione pubblica britannica.
Successivamente la campagna, ridenominata nel nostro paese “#Salvaciclisti”, è arrivata rilanciata da decine di blogger e di siti dedicati al mondo della mobilità ciclistica. In pochi giorni ha raggiunto tantissime singole adesioni, che sono in continuo aumento. La campagna è molto sentita dal mondo dei giovani, visto l’interesse suscitato sui social network twitter e facebook ed ha trovato l’appoggio dei principali quotidiani nazionali, tra cui La Gazzetta dello Sport, La Repubblica, il Corriere della Sera. E’ importante ciò poichè in Italia il dato inglese drammaticamente raddoppia. In 10 anni infatti sono stati 2.556 i ciclisti italiani vittime della strada.
Nel 2010 secondo i dati dell’ANIA (Associazione Nazionale Italiana Assicurazioni) il nostro è stato il terzo Paese europeo per numero d i morti tra i ciclisti che percorrono le strade. Sono stati 263 contro i 462 della Germania e i 280 della Polonia. Questi numeri drammatici derivano anche dal cronico ritardo delle nostre città, rispetto al resto dell’Europa, nel dotarsi di adeguate piste ciclabili.
E' giunto quindi il momento di riconoscere, ad ogni livello amministrativo e politico l'elevato valore sociale della mobilità ciclistica e la sicurezza delle persone che scelgono di spostarsi in bici deve essere considerata una priorità.
Diamo uno sguardo agli otto punti attorno ai quali ruota la campagna”#Salvaciclisti”:
1. Gli autoarticolati che entrano in un centro urbano devono, per legge, essere dotati di sensori, allarmi sonori che segnalino la svolta, specchi supplementari e barre di sicurezza che evitino ai ciclisti di finire sotto le ruote.
2. I 500 incroci più pericolosi del paese devono essere individuati , ripensati e dotati di semafori preferenziali per i ciclisti e di specchi che permettano ai camionisti di vedere eventuali ciclisti presenti sul lato.
3. Dovrà essere condotta un'indagine nazionale per determinare quante persone vanno in bicicletta in Italia e quanti ciclisti vengono uccisi o feriti.
4. Il 2% del budget dell'ANAS dovrà essere destinato alla creazione di piste ciclabili di nuova generazione.
5. La formazione di ciclisti e autisti deve essere migliorata e la sicurezza dei ciclisti deve diventare una parte fondamentale dei test di guida.
6. 30 km/h deve essere il limite di velocità massima nelle aree residenziali sprovviste di piste ciclabili.
7. I privati devono essere invitati a sponsorizzare la creazione di piste ciclabili e superstrade ciclabili prendendo ad esempio lo schema di noleggio bici londinese.
8. Ogni città deve nominare un commissario alla ciclabilità per promuovere le riforme.
Si può notare che alcuni di questi punti riguardano essenzialmente il livello nazionale. Pertanto è importante che Vercelli, al pari di altre grandi città come Milano, Firenze, Bologna, Torino, Roma, Reggio Emilia, Napoli, Ferrara, faccia sentire la proprio voce al Governo italiano affinche questi presti la dovuta attenzione al problema, destinandovi dei fondi altrimenti tutto rimarebbe un solo esercizio di bella retorica. Cito a tal proposito il punto riguardante il 2% del budget dell'ANAS da destinare alla creazione di piste ciclabili di nuova generazione.
Ovviamente deve esserci anche una sempre maggiore attenzione a livello locale nell’aumentare le piste ciclabili, nel migliorarne la sicurezza monitorando i punti critici e collegandole tra loro. Sarebbe opportuno valutare l’introduzione delle cosiddette ”Zone 30” nelle aree con alta concentrazione di pedoni e ciclisti, come quelle vicino alle scuole. Dove sono state realizzate queste zone infatti hanno portato ad una riduzione del 40% degli incidenti e del 70% dei feriti, riducendo nel contempo il consumo di carburante e le emissioni di inquinanti.
Si potrebbe redigere annualmente un documento pubblico sullo stato delle cose indicando i risultati dell’anno trascorso e gli obbiettivi futuri. Si potrebbe promuovere anche campagne di sensibilizzazione per tutti gli utenti della strada sule tematiche della sicurezza.
Concludendo mi fa piacere che questo Ordine del Giorno venga discusso dopo la 39 edizione della ”Vercelli che pedala”, la più grande manifestazioni che coinvolge in città i Ciclisti di tutte le età.
Mi auguro che il Consiglio comunale tutto faccia proprio questo Ordine del Giorno poichè credo importante che Vercelli sia sempre più ricordata oltre che come centro europeo del riso, come una città di cultura, come città universitaria anche come città attenta ai ciclisti, come si confà ad una grande città euorpea.
Adriana SALA BREDDO
Consiglio comunale del 13 giugno 2012