IL BLOG FERROVIARIO
di Fiorenzo Panero
MA NESSUNO PENSA UN PO' ANCHE A NOI?
I francesi ne hanno le scatole piene e adesso puntano a Marsiglia e Ventimiglia – Intanto in Regione si discute di convogli sottoutilizzati - E noi continuiamo a viaggiare come le solite acciughe.
Direi che i problemi ferroviari di casa nostra si possono riassumere in tre specifici momenti. La Torino-Lione ad alta velocità forse va avanti, ma i francesi sono esasperati e adesso pensano anche (seriamente) al percorso Marsiglia, Genova, Milano, Venezia, Lubiana e Kiev. I No Tav sorridono, ma nel nostro Belpaese è sempre così: tempi biblici per tutto quello che si deve fare. Anche le cose più semplici.
Secondo punto, lo avrete letto o sentito: dieci linee sono a rischio. La Regione pensa di tagliarle (vi ricordate i rami secchi di trent’anni fa?) e sostituire i convogli con bus. Sono stati monitorati duecento treni in tutto il Piemonte. E un funzionario scherza, parlando dei treni semivuoti: “Se comprassimo un’auto a questi viaggiatori, ci costerebbe di meno che far viaggiare i convogli”.
Terzo punto: monitorare e riorganizzare il servizio ha anche un senso, ma nessuno ha avuto una sola parola per quei treni che sono l’esatto opposto di quelli che si vogliono tagliare. Sono i treni delle acciughe, talmente strapieni da aver paura a salire a bordo. E di questi convogli che si fa? Niente, assolutamente niente. Neanche una parola è stata spesa, neanche un funzionario di Regione o Trenitalia ha fatto accenno. Se tagli da una parte e non migliori dall’altra, che senso credete possa avere tutto questo?
di Fiorenzo Panero
MA NESSUNO PENSA UN PO' ANCHE A NOI?
I francesi ne hanno le scatole piene e adesso puntano a Marsiglia e Ventimiglia – Intanto in Regione si discute di convogli sottoutilizzati - E noi continuiamo a viaggiare come le solite acciughe.
Direi che i problemi ferroviari di casa nostra si possono riassumere in tre specifici momenti. La Torino-Lione ad alta velocità forse va avanti, ma i francesi sono esasperati e adesso pensano anche (seriamente) al percorso Marsiglia, Genova, Milano, Venezia, Lubiana e Kiev. I No Tav sorridono, ma nel nostro Belpaese è sempre così: tempi biblici per tutto quello che si deve fare. Anche le cose più semplici.
Secondo punto, lo avrete letto o sentito: dieci linee sono a rischio. La Regione pensa di tagliarle (vi ricordate i rami secchi di trent’anni fa?) e sostituire i convogli con bus. Sono stati monitorati duecento treni in tutto il Piemonte. E un funzionario scherza, parlando dei treni semivuoti: “Se comprassimo un’auto a questi viaggiatori, ci costerebbe di meno che far viaggiare i convogli”.
Terzo punto: monitorare e riorganizzare il servizio ha anche un senso, ma nessuno ha avuto una sola parola per quei treni che sono l’esatto opposto di quelli che si vogliono tagliare. Sono i treni delle acciughe, talmente strapieni da aver paura a salire a bordo. E di questi convogli che si fa? Niente, assolutamente niente. Neanche una parola è stata spesa, neanche un funzionario di Regione o Trenitalia ha fatto accenno. Se tagli da una parte e non migliori dall’altra, che senso credete possa avere tutto questo?