PIU'ALUNNI, MENO INSEGNANTI: LA POLITICA AL ROVESCIO
PREMESSO CHEè un dato inoppugnabile che nell’anno scolastico in corso sono presenti nelle scuole più studenti e meno personale docente e ATA rispetto a quello precedente. Gli studenti iscritti alle scuole di ogni ordine e grado, infatti, sono 7.805.947, con un aumento di 37.000 unità e, parimenti, si sono ridotti gli organici per il personale docente di oltre 42 mila unità e più di 15 mila posti per il personale ATA. Questi dati rappresentano la prima tranche della riduzione di oltre 132.000 unità che il Governo ha previsto, per il triennio 2009-2011, con l’articolo 64 del decreto-legge n.112 del 2008, convertito dalla legge n. 133 del 2008, realizzando così quello che si configura di fatto come il più grande licenziamento di massa nella storia della pubblica amministrazione del nostro Paese;
le scelte operate dal Governo hanno comportato, già nell’anno scolastico in corso, il termine del rapporto di lavoro di decine di migliaia di lavoratori precari della scuola: oltre 18 mila docenti e più di 8 mila tecnici, amministrativi ed ausiliari, che da anni svolgono le proprie mansioni con incarichi annuali costantemente rinnovati;
per porre rimedio agli effetti negativi delle scelte del Governo a nulla è servito il decreto-legge n. 134 del 2009, pomposamente definito “salva precari” a beneficio della comunicazione mediatica ma, nei fatti, in grado di garantire solo ad un numero ristrettissimo di docenti e ATA precari, perdenti posto, la trasformazione del rapporto di lavoro a tempo determinato in supplenze brevi attribuite dalle scuole, peraltro a discapito di altri lavoratori precari di III fascia. Risulta, inoltre, che scarsissimo riscontro operativo abbia avuto anche la previsione di attivare progetti specifici, in collaborazione con le regioni, nei quali impegnare per alcuni mesi i precari perdenti posto;
tale grave situazione ha determinato una consistente perdita di qualità del sistema scolastico del Paese, come la riduzione e l’impoverimento del tempo scuola nel modello a “moduli” e del tempo pieno nella scuola primaria nonché del tempo prolungato nella scuola secondaria di primo grado, attuati con la riduzione degli organici,con la soppressione delle compresenze, con la mancata copertura delle supplenze brevi, con l’aumento degli alunni per classe con previsioni di classi con più di 30 studenti;
per il prossimo anno scolastico 2010-2011 il Governo si sta apprestando ad effettuare la seconda tranche dei tagli agli organici prevista dal citato articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008.
Infatti, la circolare del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca n. 37 del 13 aprile 2010 che definisce le norme per il calcolo degli organici dei docenti prevede una riduzione di 25.000 insegnanti ( 22.000 in organico di diritto e 3.600 in organico di fatto).
Cifre rilevanti, ma contraddette per difetto da quelle contenute nella relazione tecnica allegata allo schema di decreto del Presidente della Repubblica” recante norme generali per la ridefinizione dell’assetto organizzativo-didattico dei centri di istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali”. Attualmente in esame presso le Commissioni parlamentari competenti. Dalla suddetta relazione tecnica si apprende che la riduzione degli organici conta ben 31.390 posti di personale docente e 15.000 posti di personale ATA.
In Provincia di Vercelli, nonostante il lieve incremento di iscrizioni, nel prossimo anno scolastico 2010-2011 si perderanno 35 insegnanti su 523 nella scuola primaria e 37 su 581 nella scuola secondaria superiore, oltre ai tagli che andranno a colpire il personale ATA; altra riduzione è già prevista per l’anno scolastico 2011-2012.
In Provincia di Vercelli aumenteranno pertanto le classi numerose, con 30 o più studenti, a fronte di una edilizia scolastica con aule con capienza non superiore a 25 studenti, mettendo quindi a repentaglio la sicurezza degli studenti e dei docenti.
Questa scelta è, comunque, destinata ad incidere ulteriormente sia sulla qualità didattica, formativa ed educativa delle istituzioni scolastiche, sia sul futuro lavorativo di decine di migliaia di operatori della scuola in un contesto economico difficile, reso ancora più grave dalla crisi che ha investito anche il nostro Paese;
IL CONSIGLIO COMUNALEesprime il proprio dissenso e chiede al Governo di rivedere la politica dei tagli, alla luce dei danni gravissimi che essi stanno producendo sul funzionamento quotidiano e sulla qualità della scuola pubblica del nostro Paese
CHIEDE AL SINDACOdi trasmettere formalmente il presente ordine del giorni al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Pubblica Istruzione, ai Gruppi Parlamentari.
Vercelli, luglio 2010
Maura FORTE, Gabriele BAGNASCO, Manuela NASO, Egidio ARCHERO, Adriana SALA BREDDO, Filippo CAMPISI