Da sempre personalmente avevo guardato con attenzione ed auspicato nel più breve tempo possibile la realizzazione della Risoteca del Piemonte nei locali dell’edificio ex Enal. Come avevo già avuto modo di dire in Consiglio comunale, la promozione enograstonomica in stretta sinergia con l’arte e la cultura ( Arca di San Marco) e con lo sport ( Museo Nazionale della Scherma, dove tutto è fermo) è un connubio che si è dimostrato vincente in altre realtà e che ha dato un contributo importante all’economia ed all’occupazione di quei territori.
Ovviamente il successo di queste operazioni non dipende solo dai contenitori, ma soprattutto da ciò che contengono e da come sono gestite.
La risposta del Sindaco alla mia ultima interrogazione sull’argomento mi lascia molto preoccupata, per quanto prima ho esposto.
Da un lato il recupero di una parte di un edificio importante come l’ex Enal è un dato in qualche modo positivo, dall’altro è venuto meno l’apporto economico da parte dell’Ente Nazionale Risi, e ciò ha impedito ad oggi l’individuazione del soggetto a cui affidare la gestione degli spazi della Risoteca e le realizzazione degli allestimenti interni. Questo è sicuramente un fatto negativo.
Sarà importante capire, poichè purtroppo non è esplicitato nella risposta del Sindaco, il motivo del comportamento dell’Ente Risi: se sia dovuto alla convinzione che il progetto non sia più valido o se sia oggetto di nuovi vincoli economici da parte dell’ente. Soprattutto sarà importante capire quali prospettive vi sono per il futuro della Risoteca e i tempi per la sua apertura.
Mi auguro che in futuro non vi sia unicamente una parte di edificio restaurata e portata agli antichi splendori, ma vuota. Ciò non porterebbe certo opportunità di sviluppo per la città, il territorio e l’occupazione. Abbiamo già molti contenitori vuoti in città, non è il caso che, in un momento di crisi come quello attuale, se ne aggiungano altri.
Adriana SALA BREDDO
Vercelli, 26 giugno 2013