Se non si troveranno 5 milioni, nel 2011 le borse di studio saranno dimezzate: questa la brutta notizia. Quella positiva, da suffragare con i fatti, è che sembrano esserci i margini per rientrare. Dopo mesi di polemiche, l’Edisu ha presentato il bilancio preventivo 2011: bilancio tecnico, condizionato da quello regionale ancora in itinere. Lo ha illustrato Umberto Trabucco, presidente di Edisu Piemonte, con il Rettore dell’Università Pelizzetti.
Si parte da un dato: nel 2010 Edisu ha potuto contare su un budget complessivo di 71,4 milioni. Il taglio di risorse regionali operato dalla giunta Bresso - «da 25 a 17 milioni», ha ricordato Trabucco - è stato compensato grazie a un robusto avanzo di amministrazione pari a 13 milioni. Il bilancio 2011 - dov’è iscritta la prima rata delle borse di studio per l’anno accademico 2011-2012 e il saldo di quelle in corso - chiude a 52,1 milioni: comprensivi dei 18 milioni messi dalla Regione e di un avanzo che si è ridotto a 3. A pesare, tra il prima e il dopo, è essenzialmente la riduzione dei trasferimenti statali. Da qui l’importanza di racimolare ulteriori 5 milioni per coprire il servizio. Diciamo subito che l’ipotesi di vincolare le borse di studio alla residenza degli studenti è finita nel dimenticatoio. Non potrebbe essere altrimenti se è vero che, com’è stato ricordato ieri, meno del 17% degli universitari arrivano da altre regioni. Molti di più i piemontesi che vanno a studiare altrove. Fatti due calcoli, il Piemonte avrebbe tutto da perdere. In compenso, si chiederà al Ministero di ridistribuire le risorse del fondo nazionale in base alla percentuale effettiva di studenti iscritta nella nostra regione.
Su come trovare i 5 milioni i vertici di Edisu hanno le idee chiare, complici le rassicurazioni della Regione. Ieri l’assessore Elena Maccanti ha ribadito la volontà di garantire le borse: se sarà il caso, integrando le risorse. Anche così, tanto la Regione quanto Trabucco sono convinti di poter centrare il risultato a prescindere. Sulla base di queste promesse, cinque membri del cda si sono astenuti sul bilancio 2011 in attesa di vedere le carte.
Le leve sulle quali si agirà sono complementari. La meno popolare è l’adeguamento della tassa regionale universitaria all’indice Istat: circa 15 euro a studente. Un gettito importante, dato l’aumento delle immatricolazioni all’Università. Fondamentale il coinvolgimento delle fondazioni bancarie nel finanziamento delle borse. Prevista una commissione per rivedere i criteri di accesso sulla base del merito oltre che del reddito: la scadenza sarà entro l’estate, quando verrà indetto il bando per assegnare le borse del prossimo anno accademico. Anche in questo caso si parte da un dato: il 30% di quanti ottengono la borsa di studio il primo anno non raggiungono i meriti per mantenerla anche il secondo.
Alla voce «riordino» rimanda una serie di azioni complementari. Chiusura delle sedi più piccole, talora decentrate, e accorpamento dei posti-letto. Idem per le mense. La razionalizzazione non risparmierà i costi delle utenze (oggi pesano per 2 milioni l’anno) e quelli della manutenzione delle sedi, mettendo le imprese in concorrenza. «Gli stanziamenti della Regione, inferiori a quelli del 2009, e i tagli decisi dal Governo, mettono a rischio le borse di studio per gli studenti», commenta Gianna Pentenero, consigliere regionale Pd. Si vedrà. Abbattere le spese mantenendo inalterati i servizi: la partita è aperta.
ANDREA CIATTAGLIA, ALESSANDRO MONDO
da "LA STAMPA"
Torino, 28 dicembre 2010
Si parte da un dato: nel 2010 Edisu ha potuto contare su un budget complessivo di 71,4 milioni. Il taglio di risorse regionali operato dalla giunta Bresso - «da 25 a 17 milioni», ha ricordato Trabucco - è stato compensato grazie a un robusto avanzo di amministrazione pari a 13 milioni. Il bilancio 2011 - dov’è iscritta la prima rata delle borse di studio per l’anno accademico 2011-2012 e il saldo di quelle in corso - chiude a 52,1 milioni: comprensivi dei 18 milioni messi dalla Regione e di un avanzo che si è ridotto a 3. A pesare, tra il prima e il dopo, è essenzialmente la riduzione dei trasferimenti statali. Da qui l’importanza di racimolare ulteriori 5 milioni per coprire il servizio. Diciamo subito che l’ipotesi di vincolare le borse di studio alla residenza degli studenti è finita nel dimenticatoio. Non potrebbe essere altrimenti se è vero che, com’è stato ricordato ieri, meno del 17% degli universitari arrivano da altre regioni. Molti di più i piemontesi che vanno a studiare altrove. Fatti due calcoli, il Piemonte avrebbe tutto da perdere. In compenso, si chiederà al Ministero di ridistribuire le risorse del fondo nazionale in base alla percentuale effettiva di studenti iscritta nella nostra regione.
Su come trovare i 5 milioni i vertici di Edisu hanno le idee chiare, complici le rassicurazioni della Regione. Ieri l’assessore Elena Maccanti ha ribadito la volontà di garantire le borse: se sarà il caso, integrando le risorse. Anche così, tanto la Regione quanto Trabucco sono convinti di poter centrare il risultato a prescindere. Sulla base di queste promesse, cinque membri del cda si sono astenuti sul bilancio 2011 in attesa di vedere le carte.
Le leve sulle quali si agirà sono complementari. La meno popolare è l’adeguamento della tassa regionale universitaria all’indice Istat: circa 15 euro a studente. Un gettito importante, dato l’aumento delle immatricolazioni all’Università. Fondamentale il coinvolgimento delle fondazioni bancarie nel finanziamento delle borse. Prevista una commissione per rivedere i criteri di accesso sulla base del merito oltre che del reddito: la scadenza sarà entro l’estate, quando verrà indetto il bando per assegnare le borse del prossimo anno accademico. Anche in questo caso si parte da un dato: il 30% di quanti ottengono la borsa di studio il primo anno non raggiungono i meriti per mantenerla anche il secondo.
Alla voce «riordino» rimanda una serie di azioni complementari. Chiusura delle sedi più piccole, talora decentrate, e accorpamento dei posti-letto. Idem per le mense. La razionalizzazione non risparmierà i costi delle utenze (oggi pesano per 2 milioni l’anno) e quelli della manutenzione delle sedi, mettendo le imprese in concorrenza. «Gli stanziamenti della Regione, inferiori a quelli del 2009, e i tagli decisi dal Governo, mettono a rischio le borse di studio per gli studenti», commenta Gianna Pentenero, consigliere regionale Pd. Si vedrà. Abbattere le spese mantenendo inalterati i servizi: la partita è aperta.
ANDREA CIATTAGLIA, ALESSANDRO MONDO
da "LA STAMPA"
Torino, 28 dicembre 2010