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«Coinvolgersi nella politica è un obbligo per un cristiano. Noi cristiani non possiamo giocare da Pilato, lavarci le mani. Dobbiamo immischiarci nella politica, perché la politica è una delle forme più alta della carità perché cerca il bene comune»
Papa Francesco - Roma, 7 giugno 2013




STAZIONE VIETATA AI DISABILI


Gent.ma dott.ssa
Fabrizia FUSCAGNI
Responsabile Direzione Relazioni Esterne,
CENTOSTAZIONI S.p.A.
Via Bartolomeo Eustachio, 8
00161 Roma
Vercelli, 25.10.2010
In vista dell’avvio dei lavori di restyling della stazione di Vercelli, come mi ha comunicato con la Sua lettera del 17 settembre 2010 (Prot. 0007006), Le invio copia di un interessante articolo in cui vengono posti in evidenza i problemi che i diversamente abili incontrano nella stazione ferroviaria.
http://www.notiziaoggivercelli.it/login.php?artID=1661155
Augurandomi che questi possano essere affrontati e risolti in sede di restyling, La ringrazio anticipatamente per la Sua attenzione e Le porgo i più cordiali saluti.
Adriana SALA BREDDO

NIENTE DI PERSONALE





Confesso che la fatica per il tempo dedicato al mio servizio civico di Consigliere comunale e le delusioni dovute ad alcuni fatti della politica cittadina e nazionale, sono ampiamente ricompensate quando inaspettatamente si ricevono mail come questa.

Cara Adriana,
complimenti per la tua attività in Consiglio comunale, ho visto il tuo sito, è molto bello e incoraggiante. Di questi tempi vedere qualcuno che ci crede e si impegna non è facile.
Mario SEGNI

SENZA BORSE DI STUDIO COSTRETTI A LASCIARE...VERCELLI


Riporto di seguito un'interessante reportage pubblicato da "LA STAMPA" sui problemi che potranno avere gli studenti fuori sede qualora fossero ridotte le borse di studio o ci fosse un taglio dei posti presso le residenze universitarie. Ricordo che due (Residenza dal Pozzo e Residenza Quintino Sella) delle 24 residenze universitarie del Piemonte si trovano a Vercelli. Ciò che potrebbe accadere a Torino si potrebbe verificare anche nella nostra città, che ha già recentemente pagato un pesante contributo con la perdita della Seconda Facoltà di Ingegneria.

GLI STUDENTI IN PIAZZA: "Senza borse di studio non abbiamo futuro"
I GIOVANI FUORI SEDE: "Costretti a lasciare Torino"

È arrivata ieri sera la risposta più forte alla scure dei tagli all’Edisu, l’ente per il diritto allo studio universitario, annunciati dal bilancio di previsione della Regione e dal ministero. Una sforbiciata incrociata che ammonta a venti milioni di euro per il 2011, su un bilancio complessivo di 65.
Tagli ad una struttura modello di efficienza, secondo le statistiche del ministero, e che finora ha saputo rispondere al 100% delle richieste di borse di studio. E proprio i borsisti, in centinaia, si sono opposti ieri alla prospettiva del calo dei fondi con un corteo che dalle 19,30 ha sfilato sotto la Rai, in via Po e in piazza Castello, sotto la sede della Regione.
Prima della manifestazione gli studenti, titolari di borse di studio e ragazzi alloggiati nelle residenze universitarie, avevano protestato contro i tagli nel cortile della residenza Edisu di via Verdi 15, una delle sedi la cui sopravvivenza è a rischio, come le altre 23 in Piemonte. «La drastica riduzione delle risorse - ha detto Andrea Aimar, rappresentante degli studenti nel Cda dell’Edisu - è una scelta che vuole creare una università pubblica per ricchi, e una privata ancor più esclusiva, nelle quali sia negato l’accesso a chi non può permettersi di pagare le rate». Tra gli studenti nessuno crede più al dogma della carenza generale di risorse per motivare la riduzione di fondi: «La notizia dei 5 milioni di euro in più promessi da Cota per i buoni scuola per le scuole private parla chiaro».
Nel cortile gremito di via Verdi sono tanti i giovani fuori sede, i disabili, i giovani provenienti dall’estero. È soprattutto contro di loro che si abbattono i provvedimenti annunciati dalla giunta regionale. Francesco Patrone viene da san Giovanni Rotondo e ha due fratelli che studiano all’Università: «Mi danno una borsa di 2.100 euro, ma se confermano i tagli l’anno prossimo potrebbe non esserci e io mi trasferirei più vicino a casa». Pamela Meropiali, sarda, dopo cinque anni di università e una laurea quasi in tasca dice: «Ho scelto Torino anche perché garantiva servizi come borse di studio e posti nelle residenze. Vista la situazione non mi fermerò qui: andrò all’estero, magari in Danimarca, dove ho fatto l’anno di Erasmus e le agevolazioni garantite agli studenti sono molto più consistenti». Immatricolazioni amare, invece, per Matteo Mighetto e Melissa Gallardo. Lui si sfoga così: «Se non erogano borse smetterò di studiare e andrò a cercare lavoro. Mio papà fa il muratore e mia mamma lavora part-time in autogrill: capite che non ce la potrebbero fare a pagarmi gli studi». Per lei, messicana, il soggiorno a Torino «potrebbe finire molto presto».
All’assessore al Bilancio della Regione, Giovanna Quaglia, che aveva invitato a «non creare allarmismi prematuri, su un bilancio ancora da discutere», ha risposto Simone Baglivo dell’Udu, sinistra Polito: «L’emergenza è adesso. Molti dei ragazzi che sono scesi in strada oggi potrebbero non ricevere più un euro già a giugno».
Oggi a mezzogiorno una delegazione degli studenti e dei loro rappresentanti all’Edisu sarà ricevuta dal Consiglio regionale per un confronto diretto sulla riduzione dei fondi. Ma nessuno, nel cortile di via Verdi, si è illuso: non sarà questo timido spiraglio di dialogo ad attutire il colpo d’accetta che ministero e Regione sono pronti a sferrare sui bilanci dell’Edisu.
Torino, 19 ottobre 2010
di ANDREA CIATTAGLIA

INTERROGAZIONE 38


Ho prestato sempre molta attenzione all'inceneritore cittadino, dedicandovi varie interrogazioni, la maggior parte delle quali si soffermavano in particolare sul problema della monitorizzazione delle emissioni dell'ormai vetusto impianto, posto proprio alle porte della nostra città.
Come i cittadini di altre città possono comodamente visionare i dati dei loro impianti in tempo reale tramite internet, credo che anche i vercellesi ne abbiano tutto il diritto, visto anche la vetustà dell'impianto. Penso che le nuove tecnologie come internet siano uno dei mezzi che la politica deve utilizzare per recuperare quella distanza che la separa sempre più dai cittadini.
In questa mia azione politica mi conforta il fatto di essere appoggiata da diversi cittadini che hanno sottoscritto una petizione. A tal riguardo ringrazio anche Alleanza per Vercelli, l'area civica di impegno politico, che mi ha aiutata nella raccolta delle firme, come in quella per ottenere la pubblicazione dei dati sull'elettromagnatismo.

Al Signor Sindaco del Comune di Vercelli
e p.c. al Signor Presidente del Consiglio comunale
Vercelli, 18.10.2010

OGGETTO INTERROGAZIONE: Pubblicazione dei dati delle emissioni del vetusto inceneritore di Vercelli.
La sottoscritta Adriana Sala in Breddo, Consigliere comunale indipendente del Gruppo consiliare PD.
PREMESSO CHE
l’inceneritore di Vercelli, situato in prossimità dell’abitato cittadino, è ormai in esercizio da più di 30 anni, almeno per quanto riguarda le prime due linee entrate in funzione nel lontano 1977.
VISTO CHE
nel corso della riunione del tavolo tecnico per la bonifica/messa in sicurezza dell’inceneritore, tenutasi il 22 luglio 2010, il rappresentante di Atena Patrimonio ha affermato che non vi è affatto un’obsolescenza dell’impianto e che pertanto la sua funzionalità è da prevedersi anche oltre la data del 31 dicembre 2012 come riportato da fonti giornalistiche.
CONSIDERATO CHE
· l’inceneritore di Vercelli è dotato di un Sistema di Monitoraggio delle Emissioni (SME) che misura e registra in continuo la concentrazione di diversi parametri (Risp. Interrogazione del 7.12.2009 prot. 50937);
· il sistema SME è operativo dal secondo semestre 2002 per effetto della deliberazione della Giunta Provinciale n. 17695 del 4 maggio 1999 (Risp. Interrogazione del 17.02.2010 prot. 5912);
· i dati delle emissioni di altri inceneritori sono stati resi pubblici da anni su siti internet come ad esempio a partire dal 2002 le emissione dell’impianto di Pietrasanta (LU) gestito proprio da Veolia S.p.A, la medesima società che gestisce quello di Vercelli;
· l’Amministrazione comunale in data 7 dicembre 2009 affermava che avrebbe valutato prossimamente di pubblicare sul proprio sito i dati in oggetto (Risp. Interrogazione prot. 50937);
· in data 2 febbraio 2010 a seguito della possibilità espressa dall’Amministrazione era stata inoltre depositata una raccolta di firme in cui i firmatari chiedevano che i dati delle emissioni dell’impianto di Vercelli venissero resi anch’essi pubblici sul sito internet del comune.
INTERROGA IL SINDACO PER SAPERE
relativamente alla pubblicazione dei dati delle emissioni in continuo dell’inceneritore di Strada per Asigliano, quali sono le valutazioni conclusive dell’Amministrazione comunale di Vercelli.
In attesa di una Sua risposta scritta entro i termini previsti dall’art. 43 del D. Lgs. del 18.08. 2000 n° 267, nel ringraziarLa anticipatamente, Le porgo distinti saluti.
Adriana SALA BREDDO

LA VECCHIA CALDAIA



Anna e Giacomo erano felici il giorno in cui avevano affittato il loro alloggio in quell’alta casa posta in periferia. Giacomo era un operaio ed Anna lavorava in un asilo comunale, avevano due stipendi dignitosi, ma con i figli i soldi non bastavano mai. L’alloggio era all’ultimo piano, sembrava ai loro occhi un piccolo attico che guardava la bellissima campagna che circondava la città. Un bel posto dove far crescere i due figli. Certo l’affitto non era proprio a buon mercato, ma alcuni sacrifici si fanno volentieri per i figli: Francesca ed Andrea. Molte erano le aspettative che, come tutti i genitori, riponevano su di loro ed erano felici di quei sacrifici.
Lo stabile era bello, né troppo grande né piccolo, proprio come la città in cui vivevano. Città che entrambi amavano poiché aveva, secondo loro, le giuste dimensioni dove quasi tutti si conoscono ed era tranquilla, forse troppo in certi casi. L’alloggio era proporzionato alle loro esigenze, c’era però la questione della vecchia caldaia da cambiare, ma i proprietari avevano assicurato che presto si sarebbe risolto il problema. Infatti se l’ultimo piano offriva una vista bellissima, purtroppo poneva il loro alloggio vicino a quel camino da dove uscivano i fumi di quella vecchia caldaia che bruciava di tutto ed era entrata in funzione nel lontano 1967.
Gli inverni passavano lenti, i loro figli crescevano ed il fumo usciva sempre da quel camino, ma tutto a norma di legge, secondo quanto ripeteva costantemente l’amministratore in tutte le assemblee del condomino.
Andrea aveva già iniziato le superiori e continuava a giocare nella squadra del quartiere che teneva gli allenamenti nel campetto vicino a casa. Questo rendeva tranquilli Anna e Giacomo, con quello che sentivano accadere ai giovani d’oggi. Ma anche tutti i ragazzi della squadra, quando il vento soffiava verso il campo di calcio, si lamentavano del fumo della vecchia caldaia. Francesca, la piccola di casa aveva, iniziato a tirare di scherma, uno sport costoso diceva Giacomo, sport che la piccola aveva scelto per seguire una sua amica, ma s’impegnava e regalava ai genitori delle soddisfazioni vincendo diverse gare. Anna aveva però il doppio da fare quando doveva lavare e stendere la bianca divisa sempre a causa dei fumi della vecchia caldaia.
Anna e Giacomo però erano rassicurati dal fatto che la caldaia si sarebbe dovuta sostituire entro il 31 dicembre 2002, la data finalmente si stava avvicinando e quindi la situazione sarebbe sicuramente migliorata.
Negli anni, durante le tante assemblee condominiali, se ne era parlato tantissimo di cosa fare della caldaia e vi erano state accese discussioni.
Alcuni volevano costruire una nuova caldaia più piccola e potente, che avrebbe riscaldato anche i palazzi vicini, in tal modo i proprietari avrebbero guadagnato e forse agli affittuari avrebbero diminuito le spese condominiali, che intanto aumentavano.
Altri volevano invece puntare decisamente su fonti alternative, rivestendo il palazzo di pannelli fotovoltaici, cosi da avere luce e calore per tutto l’immobile ed intanto il camino sbuffava.
Altri ancora volevano cambiare tutti gli infissi, coibentare tutta la casa e fare un buco nel terreno per sfruttare l’energia geotermica, per climatizzare la casa in estate e riscaldarla in inverno. Addirittura affermavano che con l’energia geotermica si sarebbe potuto aprire una pista di fondo che sarebbe passata sotto la casa e la casa avrebbe così acquistato valore. Che fortuna pensavano scherzando Anna e Giacomo, pagando un solo affitto si sarebbero potuti avere anche i vantaggi di una casa in montagna.
Ma le assemblee condominiali passavano ed i proprietari dello stabile non prendevano mai delle decisioni. Però, in tutto questo tempo, il camino continuava a fumare proprio lì vicino all’appartamento.
Inoltre Francesca ed Andrea avevano avuto negli anni un pò di tosse in più dei loro amici, ma nessuno poteva dire se fosse stato a causa del fumo del camino della vecchia caldaia.
Ormai erano giunti a pochi mesi dalla mitica scadenza del 31 dicembre quando Giacomo ritornando a casa dall’ultima assemblea condominiale proferì per la prima volta quella parola sentita tante volte ai telegiornali…EMERGENZA!
Sì! Si era in emergenza poiché dopo tante parole mancava il tempo per costruire una nuova caldaia ed anche per ricorrere a fonti alternative. Ormai era tardi per agire si correva il rischio di passare l’inverno senza riscaldamento, un inverno al freddo….un’emergenza insomma! Quindi l’amministratore aveva annunciato che ci si doveva tenere la vecchia caldaia, affermando che era a norma. I proprietari si dichiaravano dispiaciuti, ma a Giacomo non era sfuggito che senza spendere una lira in migliorie, qualunque esse fossero, i proprietari continuavano a percepire gli affitti di tutto il caseggiato. Intanto Anna e Giacomo, che abitavano vicino al camino avrebbero continuato a respirare con i loro figli i fumi della vecchia caldaia.
Victor
P.S. Ogni riferimento a fatti, persone e luoghi è da ritenersi puramente casuale.

IL TRENO "FANTASMA"


Roma, 14 ott. - (Adnkronos) - C'e' gia' un treno 'fantasma', che da mesi collega Monaco a Milano passando per Bolzano e Verona, senza la possibilita' di acquistare biglietti nelle stazioni italiane e senza alcuna segnalazione ai viaggiatori. Ora, secondo quanto risulta all'Adnkronos, le tre societa' che gestiscono il collegamento, Deutsche Bahn e Obb, insieme a LeNord, stanno tentando di ampliare le tratte, per raggiungere anche Bologna e Venezia, puntando su cinque coppie di treni. Il ritorno economico dell'investimento in Italia, vista anche la politica dei prezzi bassi, e' infatti assolutamente soddisfacente. Il problema sono le autorizzazioni che dovrebbe concedere Rfi, societa' che fa capo alle Fs e che gestisce la rete ferroviaria italiana.I viaggiatori che utilizzano la tratta esistente denunciano la totale assenza di informazioni, oltre all'impossibilita' di acquistare biglietti in stazione. Di fatto, un treno che percorre rotaie italiane non e' accessibile ai viaggiatori italiani. Perche' viaggia in un 'silenzio' totale. Deutsche Bahn, Obb e LeNord, che puntano ancora a trovare un accordo con la societa' che gestisce la rete, iniziano a far trapelare 'risentimento' per i vani tentativi di ottenere il lasciapassare per incrementare la loro presenza nel mercato italiano.
Cosi' la disputa sulla concorrenza nella rete italiana, che gia' vede Ntv di Montezemolo impegnata in un duro confronto con Fs, si arricchisce di nuovi attori.
Ci sono altri operatori a lamentare difficolta' per entrare e operare sul mercato ferroviario. ''Abbiamo difficolta' a utilizzare i binari, abbiamo difficolta' nelle stazioni. Ma, soprattutto, c'e' il problema delle tracce: questa e' una lotta fino all'ultimo sangue. Noi abbiamo tracce ottime per i treni merci ma non per l'attivita' che dobbiamo svolgere noi. Insomma, tutti i giorni c'e' da diventare matti'', ha scandito oggi Giuseppe Arena, amministratore delegato di Arenaways, la societa' che ha annunciato l'avvio di servizi ferroviari nell'area piemontese-lombarda. E ora anche il trio Deutsche Bahn, Obb, e LeNord, che con il loro treno 'fantasma' macinano utili, potrebbero aggiungersi alla lista di nomi eccellenti e piccole compagnie che puntano a scalfire il monopolio delle Fs.

INTERROGAZIONE 37


Mancano pochi giorni alla festa di Ogni Santi e nei prossimi giorni tantissimi vercellesi si recheranno presso il cimitero di Billiemme per visitare i propri cari defunti. In questi giorni mi è stato fatto notare lo stato delle utili postazioni per le scope ed annaffiatoi, postazioni attivate da quasi un decennio e che sembrano risentire del tempo. Questa interrogazione mi dà l'opportunità di attuare un comportamento a me caro: "Aver cura delle piccole oneste esigenze del singolo cittadino come se fosse un affare importante è un buon metodo di politica."
Al Signor Sindaco del Comune di Vercelli
e p.c. al Signor Presidente del Consiglio comunale
Vercelli, 13.10.2010

OGGETTO INTERROGAZIONE: Postazioni per la distribuzione di scope ed annaffiatoi presso il cimitero di Billiemme.
La sottoscritta Adriana Sala in Breddo, Consigliere comunale indipendente del Gruppo consiliare PD.
VISTO CHE
nel cimitero di Billiemme da diversi anni, precisamente dal 2001, sono state posizionate delle postazioni dotate di scope e di annaffiatoi, utilizzabili con le monete da un euro ed addirittura con vecchie monete da 500 lire ormai difficilmente reperibili.
CONSIDERATO CHE
dopo tanti anni le postazioni sembrano risentire del tempo ed in particolar modo gli erogatori a moneta.
INTERROGA IL SINDACO PER SAPERE
· se è a conoscenza della situazione;
· se sono previste a breve delle manutenzioni in vista della festa di Ogni Santi;
· se si intende in un prossimo futuro provvedere ad un rinnovo delle postazioni.
In attesa di una Sua risposta scritta entro i termini previsti dall’art. 43 del D. Lgs. del 18.08. 2000 n° 267, nel ringraziarLa anticipatamente, Le porgo distinti saluti.
Adriana SALA BREDDO

DIRITTO ALLO STUDIO





Diritto allo studio: quale futuro ci sta preparando il centro-destra?
Dopo la riduzione delle risorse all’Università ad opera del governo Berlusconi, ecco come il Presidente Cota attua quel “rilancio del Piemonte” di cui lo abbiamo sentito parlare in campagna elettorale: con la riduzione drastica dei finanziamenti per l’Ente regionale per il diritto allo studio.
Una scelta iniqua, perché penalizza tanti giovani universitari proprio ora che la crisi colpisce molte famiglie di lavoratori e compromette l’attrattività delle nostre università.
Una scelta miope, perché non sostenere i giovani che studiano significa rinunciare a risorse umane preziose per lo sviluppo e la competitività di un territorio.
Una scelta che svela l’ipocrisia di chi parla di meritocrazia e dimostra, con i fatti, di ritenere meritevoli di studiare solo quanti possono permetterselo economicamente.
Il Partito Democratico, che quando ha governato ha fatto del Piemonte una Regione di eccellenza per il sostegno allo studio, è oggi al fianco di chi chiede un’Università di qualità e la garanzia che studiare sia un diritto e non un lusso che solo alcuni possono permettersi.
Gianfranco MORGANDO Segretario Regionale PD Piemonte
Paola POZZI Resp. Dipartimento Università e Scuola PD Piemonte
Torino, 07.10.2010

INTERROGAZIONE 36


Dopo la chiusura della Seconda Facoltà di Ingegneria sembrava che, con l'inizio del Corso di Laurea in Scienze dei Materiali attivato presso l'Università del Piemonte Orientale, si potesse risalire la china. Ma ora sembra che siano all'orizzonte altre fosche nubi sul settore universitario vercellese, che potrebbero impattare anche sul nuovo corso di laurea . Infatti, solo pochi mesi fa, il Preside della facolta' di Scienze Aldo Viarengo affermava al riguardo che ci sarebbero state borse di studio e forti incentivi per le residenze univeresitarie dichiarando : "La nostra facolta' e' la seconda in Italia per la ricerca scientifica. Ci rendiamo conto che i tempi non giocano a nostro favore per decollare con un boom di iscrizioni tra soli due mesi, ma e' una scommessa alla quale tutti vogliamo credere. Ci saranno anche master, docenti qualificati in arrivo da altre universita', borse di studio e forti incentivi per le residenze universitarie."
Al Signor Sindaco del Comune di Vercelli
e p.c. al Signor Presidente del Consiglio comunale
Vercelli, 07.10.2010
OGGETTO INTERROGAZIONE
; Rischio chiusura residenze universitarie a Vercelli.
La sottoscritta Adriana Sala in Breddo, Consigliere comunale indipendente del Gruppo consiliare PD
PREMESSO CHE
in campo universitario la Città di Vercelli ha già recentemente pagato un pesante contributo con la perdita della Seconda Facoltà di Ingegneria.
VISTO CHE
la Presidente dell'EDISU Piemonte l'Ente regionale per il diritto allo studio universitario a seguito dei tagli previsti ha dichiarato: "Nel 2011 non potremo erogare le borse di studio e nemmeno tenere aperte le residenze universitarie. Insomma, possiamo chiudere".
CONSIDERATO CHE
a Vercelli sono presenti due residenze universitarie dell'EDISU ( Residenza dal Pozzo e Residenza Quintino Sella )che possono ospitare fino a 99 studenti come risulta dal sito dell'Ente.
INTERROGA IL SINDACO PER SAPERE
quali iniziative preventive l'Amministrazione comunale intende atuare o ha già attuato per evitare ripercussioni negative sulle residenze universitarie cittadine e sulle borse di studio che potrebbero andare ad impattare anche sul nuovo corso di laurea di Scienze dei Materiali.
In attesa di una Sua risposta scritta entro i termini previsti dall’art. 43 del D. Lgs. del 18.08. 2000 n° 267, nel ringraziarLa anticipatamente, Le porgo distinti saluti.
Adriana SALA BREDDO

INTERROGAZIONE 35


Ritorno con questa mia nuova interrogazione sul problema della sensibilizzazione alla raccolta differenziata ed al riciclo rivolta agli alunni delle scuole cittadine. Nelle ristrettezze ecomoniche in cui oggi si dibattono le amministrazioni comunali, i pochi fondi e le energie devono essere concentrati, a mio avviso, su progetti che raggiungano il maggior numero possibile di studenti e soprattutto che poi questi ultimi siano messi in grado di applicare da subito a scuola quanto loro mostrato, altrimenti sarebbe vanificato il lavoro di sensidbilizzazione ed i costi non sarebbero ottimizzati.
Nella mia precedente interrogazione al riguardo, fatta lo scorso anno, portavo ad esempio altre città, come Treviso ove si è già provveduto ad attivare da tempo una raccolta differenziata spinta presso le scuole cittadine con l’obiettivo finale di “Rifiuti Zero”. Contemporaneamente in quella città si è attivato un programma di educazione alla differenziazione ed al riciclo a tutti gli studenti a partire dalla scuola dell'infanzia. Gli stessi studenti potevano quindi mettere in pratica da subito a scuola quanto loro insegnato. L'iniziativa aveva due obbettivi la sensibilizzazione ed il coinvolgimento dei giovani sul tema dei comportamenti coerenti per la raccolta differenziata e l’azzeramento dei costi per la gestione dei rifiuti a carico delle scuole e del Comune.
Per questo credo sia fondamentale il coinvolgimento dei giovani in quanto sono loro che possono cambiare le abitudini dei grandi.

Al Signor Sindaco del Comune di Vercelli
e p.c. al Signor Presidente del Consiglio comunale
Vercelli, 05.10.2010

OGGETTO INTERROGAZIONE: Sensibilizzazione degli alunni alla raccolta differanziata ed al riciclo.
La sottoscritta Adriana Sala in Breddo, Consigliere comunale indipendente del Gruppo consiliare PD
PREMESSO CHE
· i deludenti risultati in cui , da anni, versa la raccolta differenziata nel Comune di Vercelli sono sotto gli occhi di tutti;
· purtroppo visto anche quanto riportato ultimamente dalle cronache cittadine la strada per una corretta raccolta differenziata è ancora in buona parte da percorrere, se pensiamo che addirittura è invalsa l’abitudine in alcune persone poco rispettose dell’ambiente e della salute dei propri concittadini, di abbandonare rifiuti anche pericolosi in luoghi non autorizzati.
CONSIDERATO CHE
· occorre ancora anche investire molto nella sensibilizzazione della raccolta differenziata e del riciclo per raggiungere gli obiettivi stabiliti dalla legge;
· la sensibilizzazione passa soprattutto attraverso le nuove generazione di cittadini, proprio coloro quindi che frequentano le scuole;
· iniziative di sensibilizzazione alla raccolta differenziata rivolte ai giovani al di fuori degli orari scolastici coinvolgono pochissimi studenti.
VISTO CHE
· le scuole cittadine, secondo quanto riportato nella risposta ad un mia precedente interrogazione dello scorso anno (Prot. 47640 del 16.11.2009), sono dotate di contenitori della raccolta della carta nonché di quelli per la raccolta dell’umido per quelle servite dalla mensa e, solo in alcune, anche di contenitori del vetro, della plastica e delle lattine;
· all’inizio della riorganizzazione del servizio rifiuti presso gli istituti comprensivi erano stati avviati degli incontri informativi rivolti anche agli allievi;
· in altre città si era già provveduto invece ad attivare una raccolta differenziata spinta presso le scuole cittadine con l’obiettivo finale di “Rifiuti Zero”; contemporaneamente si era attivato un programma di educazione alla differenziazione ed al riciclo a partire dalle scuole dell’infanzia.
INTERROGA IL SINDACO PER SAPERE
· se nel 2010 sono continuati o implementati gli incontri informativi e quanti alunni per fasce d’età complessivamente sono stati coinvolti;
· quali iniziative sono già state programmate per il prossimo anno e con quali obiettivi numerici di alunni da coinvolgere;
· se si è provveduto o si prevede di dotare tutte le scuole cittadine dei contenitori per la raccolta del vetro, della plastica e delle lattine.
In attesa di una Sua risposta scritta entro i termini previsti dall’art. 43 del D. Lgs. del 18.08. 2000 n° 267, nel ringraziarLa anticipatamente, Le porgo distinti saluti.
Adriana SALA BREDDO

PASSIONE PER IL PAESE


Vercelli, 4 ottobre 2010
Nella giornata dedicata al Santo Patrono dell'Italia credo che le parole del comunicato finale del Consiglio Permanente della CEI, che si è tenuto a Roma lo scorso 27-30 settembre, debbano farci riflettere profondamente, vista l'odierna situazione della politica italiana. Ne riporto solo alcuni stralci che ritengo significativi:

Ampia attenzione è stata dedicata alla situazione sociale e politica del Paese, motivo di “angustia”, di “grande sconcerto” e di “acuta pena per discordie personali che, divenendo presto pubbliche, sono andate assumendo il contorno di conflitti apparentemente insanabili”, nonché per “polemiche inconcludenti”, che hanno sostituito la “necessaria dialettica”. È condivisa la coscienza dell’importanza della presenza nell’arena politica di cattolici formati e appassionati a questa esigente forma di carità, uniti attorno a quei valori che costituiscono il fondamento irrinunciabile della socialità.
Assai significativo sarà in questo campo il contributo della 46ª Settimana Sociale dei cattolici italiani (Reggio Calabria, 14-17 ottobre 2010), finalizzata a tratteggiare “un’agenda di speranza per il futuro del Paese”. Il cammino verso questo appuntamento, durato due anni, ha favorito la diffusione capillare e l’approfondimento della dottrina sociale della Chiesa, elemento essenziale della missione ecclesiale, nonché terreno di incontro e di dialogo con chi muove da altre visioni ideologiche e culturali. Ci sono perciò le basi perché il bene comune diventi “la bandiera che nel cuore si serve, la divisa che consente di identificare là dove sono i cattolici e non solo loro”. Il contributo dei cattolici si esprime anche nel richiamo al federalismo solidale, che esige “condizioni morali e culturali indispensabili”, oltre che alla disponibilità ad assumere un maggiore carico di responsabilità a livello locale; nel richiedere una riforma fiscale ispirata criteri a equità, “a vantaggio del soggetto che per tutti – aziende, sindacato, scuole… – è decisivo, cioè la famiglia”; nell’aver a cuore soprattutto “il destino dei giovani”, convinti che “non si procede ignorando le loro legittime aspettative”.