(ASCA) - Roma, 10 ott - Nessuna sostituzione al vertice, ma il partito deve adesso cambiare rotta. Non un voto anticipato, ma un governo di transizione. E' il ragionamento portato avanti oggi dall'assemblea nazionale del Movimento democratico, componente del Pd che fa capo a Walter Veltroni, Beppe Fioroni e Paolo Gentiloni, che rivendica di aver detto ''per tempo delle cose scomode'', come la necessita' di un nuovo esecutivo. Ed e' proprio questo, come spiega l'ex segretario del Pd, il senso della ''leadership politica, non quello di dire le cose quando queste sono avvenute''. Detto questo, Veltroni sgombra il campo dalle polemiche: ''Non siamo una corrente e io non ho fatto e non ho intenzione di fare a Bersani quello che e' stato fatto a me. Come non e' giusto dire che Bersani e i suoi parlino di elezioni con l'obiettivo di blindare il leader, cosi' e' ingiusto dire che noi pensiamo ad un governo di transizione per cambiare il leader''.
Il Partito democratico pero' deve ''cambiare rotta'', per dirla come Gentiloni. Oppure ''cambiare profilo'', perche' ''quello seguito fin qui non ci ha portato da nessuna parte'', per usare le parole di Fioroni, che allarga il discorso e avverte: ''Ricordo pochi governi che hanno governato con la contrarieta' del mondo cattolico''. Il pensiero di Fioroni non puo' che andare dunque all'incontro di lunedi' prossimo a Todi, quando si confrontera' una nutrita alleanza di associazioni e movimenti cattolici: ''L'unica novita' nel panorama italiano e' questa ricomposizione di sforzi e di una serie di sigle e associazioni cattolici, che non hanno intenzione di fare un partito politico ma hanno una forte richiesta di una nuova politica''. Il giudizio dell'esponente di Modem e' molto duro nei confronti della politica nel suo insieme e nei confronti del Pd: ''Il mondo cattolico aveva dato un'appartenenza gratuita al centrodestra. E non mi ridite che li guardiamo con simpatia. Sono loro che non ci guardano''. Fioroni indica una strada: ''Dobbiamo fare uno sforzo per cercare di diventare credibili''. Anche perche', conclude l'ex ministro, ''il Pd ha lo stesso vizio del Pdl, per cui la Chiesa e' una specie di franchising. Se i valori ci piacciono, li prendiamo e li propagandiamo. Se il giorno dopo il Papa parla di vita nascente o testamento biologico, allora apriti cielo''.
Gli fa eco Veltroni, secondo il quale ''quello che sta succendo nel mondo dei cattolici ci deve interessare. Ma attenzione perche' se prendiamo le parole di Bagnasco e le tiriamo per trasformarle in qualcosa di utile alla politica sbagliamo. Cio' che serve al Paese - prosegue Veltroni - non e' la reintroduzione di un nuovo bipolarismo laici-cattolici, ma la contaminazione che viene dal mondo cattolico che puo' vivere nei diversi schieramenti''. Tuttavia l'ex segretario del Pd chiede al ''mondo cattolico di fare un passo in avanti, perche' i rapporti d'amore tra due persone non sempre sono legati alla differenza dei sessi''.
Ospiti dei Modem due big del partito: il vicesegretario Enrico Letta e il capogruppo dei deputati Dario Franceschini.
Quest'ultimo, spiegando che converge col movimento democratico sull'idea del governo di transizione, aggiunge che la proposta puo' stare in piedi ''fino a Natale'', perche' poi a gennaio la Consulta si pronuncera' sulla validita' del referendum e quindi sara' questa maggioranza a voler interrompere la legislatura per andare a votare con l'attuale legge elettorale. Franceschini pero' va oltre e guarda anche alle prossime elezioni, quando non bastera' l'alleanza con Idv e Sel, con cui si vincono le elezioni: ''Ma poi che si fa?'', si chiede. Serve invece ''portare il nostro campo, quello della foto di Vasto, verso il centro'', non solo ''per un governo di transizione'', ma anche per ''un'alleanza costituzionale per le prossime elezioni''.
All'assemblea dei Modem, nonostante tutti siano pronti a giurare che il partito e' ''unito'', malgrado le divergenze interne, dalla questione referendaria alla lettera della Bce, Letta lancia un appello: ''Il presidente Napolitano e' il nostro riferimento e a lui si legano parole come unita', coesione e orgoglio della Nazione. Il Pd si deve fare interprete di queste parole fuori da se' ma anche dentro e l'unita' e la coesione sono elementi per affrontare tempi cosi' difficili che rischiano di mettere a dura prova l'esistenza del Pd''.